Dario Mancini e il telescopio NGGT

Il telescopio NGGT apre una nuova era nella ricerca astronomica ponendo nuovamente in primo piano l’Italia nello scenario internazionale sia per quanto riguarda la ricerca tecnologica che per la ricerca scientifica sia nella banda ottica che nel radio.

Le nuove tecnologie di NGGT consentiranno infatti di operare sia nella banda del visibile e nel radio e quando possibile nell’infrarosso, essendo lo strumento multi purpose.

La possibilità di utilizzare più strumenti intercambiabili in tempi ridottissimi consentirà inoltre di lavorare su più progetti scientifici, incrementando i risultati della ricerca.

La non invasività sul territorio – come evidenziato dal Prof. Dario Mancini inventore del sistema e detentore del relativo brevetto – consente di cambiare finalmente pagina, evitando di invadere i siti con opere ciclopiche spesso devastanti che lasciano il segno nel tempo, anche quando ormai le strutture diventano obsolete anche dal punto di vista prestazionale.

Dario Mancini: il telescopio NGGT

Dario Mancini: il telescopio NGGT

NGGT non è invasivo ed oltre a questa peculiarità non è energivoro, anzi l’energia in esubero che produce può essere immessa in rete o ceduta, alleggerendo ed in alcuni casi annullando i costi di gestione».

NGGT raccoglie le esperienze di diversi progetti gestiti dal Prof. Dario Mancini, ordinario dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.

Sia progetti per installazioni terrestri che progetti per installazioni lunari, dai quali è scaturito poi il progetto NGGT.

Entro il 2019 il brevetto sarà esteso anche ad altre nazioni come USA, Cina, Giappone, Australia, Corea.

La partecipazione economica al progetto di aziende ed Enti italiani e stranieri consentirà di alimentare la crescita di giovani che parteciperanno all’impresa operando direttamente sul progetto che rappresenterà una irripetibile esperienza di formazione sul campo.

Durante la conferenza del 18 ottobre sarà anche illustrato il progetto di un nuovo telescopio da 2m robotico CRT#2 che insieme al CRT (Castelmauro Robotic Telescope#1) servirà da sentinella sia per le fasi di messa a punto del NGGT che per lo svolgimento di programmi scientifici in diversi settori come nel caso della ricerca, catalogazione e monitoraggio degli NEO “Near Earth Objects”, che comprendono sia oggetti pericolosi da monitorare che detriti spaziali “Debris” prodotti dall’uomo.

Nel caso specifico i due telescopi CRT#1 e CRT#2 lavoreranno in tandem non solo identificando i Debris ma determinando anche, grazie a CRT#2 provvisto di spettrografo, il materiale di cui è costituito, programma che pone l’Osservatorio di Castelmauro sul podio anche in questo specifico settore.

Dario Mancini: il telescopio NGGT

http://www.dariomancini.it/